E niente. Devo confessarvelo. Io detesto tutte le prese di posizione troppo nette. Quelle piene di confini dove non c’è posto alcuno per essere se stessi senza troppi pensieri. Allo stesso modo tutte le torte senza. Senza burro. Senza uova, latte, zucchero: tra un po’ senza torta. Ma più che le torte “leggere” mi danno fastidio gli estremismi. E soprattutto le verità assolute! Che poi a ben pensare ogni epoca moderna ha demonizzato qualche categoria di alimenti, per poi far marcia indietro e dire: niente ci siamo sbagliati. La giusta misura, difficile da quantificare e facile da superare è forse l’unica via che ci rimane. Mangiare di tutto. Allestire i nostri pasti come una tavolozza di colori, sbizzarrirci con tutte le verdure di stagione mischiandole cromaticamente, gustarci la carne il pesce i legumi e le uova, e mangiando anche i dolci. Che non sono necessari. Per carità. Ma possiamo concederceli senza gridare al miracolo light o healty. Godiamoceli. Come ci piacciono. Anche qui la giusta misura è il segreto. Mio modesto parere. Cominciamo con il diminuire in tutte le torte che facciamo la quantità di zucchero. È un primo passo. Proviamo ogni tanto a sostituire le uova con la purea di zucca, di banana, di mela. Ma che non diventi un’ossessione salutistica. Facciamolo per variare, per scoprire nuovi sapori. Lo zucchero lo possiamo chiamare come vogliamo: miele, sciroppo d’agave, zucchero semolato, di canna, di cocco, cassonade, sempre zucchero è. A me piace però cambiarli, personalmente. Non perché siano più salutari, ma perché ognuno ha un suo gusto particolare che regalerà anche alla nostra preparazione. Oggi mi sono cimentata nei famosi kanelbullar. I rotolini alla cannella. Quelli svedesi. Senza glassa sopra e con quel gusto di cardamomo nell’impasto. Non è indispensabile , ma per me fa la differenza. La ricetta l’ho tratta da un libro di Pippi Calzelunghe*.Ho solo aggiustato i liquidi e cambiato la farina. Che dite facciamo i fiocchi ai grembiuli?! Mani in pasta.
Ingredienti
Per l’impasto
650 g di farina Revolution *
280 ml latte tiepido
90 g di zucchero
un cubetto di lievito di birra (25g)
1 cucchiaino di miele
1 uovo intero
120 g di burro morbido
1 cucchiaino colmo di cardamomo in polvere
buccia grattugiata di un’arancia bio
2 pizzichi di sale fino
Per la farcia
100 g di burro a temperatura ambiente
50 g di zucchero
3 cucchiaini di cannella
Per la finitura
1 cucchiaino di uovo (preso dal quello dell’impasto)
2 cucchiai di panna da montare
zucchero in granella*
*gli ingredienti contrassegnati per essere idonei devono riportare la scritta senza glutine o la spiga barrata.
Preparazione
Per prima cosa tirate fuori il burro dal frigorifero. Sia i 120 g che serviranno per l’impasto, sia i 100 g per la farcia.
Mettete in una ciotola la farina e lo zucchero, miscelateli con una frusta e fate un cratere al centro.
In una ciotolina mettete il latte tiepido un cucchiaino di miele e il lievito di birra sbriciolato. Lasciate riposare.
In un’altra ciotolina mescolate l’uovo (ricordatevi di metterne da parte un cucchiaino per la spennellatura finale) il sale, il cardamomo e la buccia d’arancia.
Unite i due composto liquidi e aggiungeteli nella ciotola con la farina. Con una forchetta raccogliete la farina dai lati e mescolate. Quando l’impasto sembrerà stracciato rovesciatelo sulla spianatoia e formate una palla. Lasciate riposare coperto dalla ciotola per una mezz’ora.
A questo punto verificate che il burro non sia freddo (potete metterlo nel microonde per 15 secondi; mi raccomando non deve diventare fuso). Ripetete l’operazione dopo 5 minuti se la consistenza non dovesse essere ancora di burro morbido a pomata.
Riprendete l’impasto e allargatelo leggermente con le mani. Mettete nel centro metà del burro morbido e iniziate a impastare delicatamente per far incorporare tutto il burro. Quando sarà assorbito, allargate nuovamente l’impasto e ripetete l’operazione col restante burro.
Maneggiatelo fino a renderlo morbido e meno appiccicoso. Se si dovesse attaccare al piano di lavoro date una leggerissima infarinata (per me non è stato necessario). Non aggiungete tanta farina altrimenti si indurirà e la brioche non sarà morbida.
Ponete il panetto a lievitare per due ore in un luogo caldo (io nel forno funzione lievitazione).
Nel frattempo unite lo zucchero e la cannella in una ciotolina.
Quando l’impasto sarà raddoppiato di volume dividetelo a metà (una metà la terrete sotto la ciotola a campana per evitare che si secchi) e stendetelo su un piano leggermente infarinato in un rettangolo di 2/3 millimetri, spalmate sopra la metà del burro e spolverate bene con metà dello zucchero alla cannella.
Arrotolate l’impasto e formate un salame, tagliatelo in tante fette spesse 1,5 centimetri e ponetele su una teglia ricoperta di carta forno ben distanziate tra loro (cresceranno in cottura), spennellate con l’uovo e la panna mescolati insieme e spolverate con zucchero semolato o granella di zucchero.
Lasciate lievitare per altri 20 minuti e fate cuocere a 180 gradi per 20/25 minuti.
Se volete delle brioche come quelle in foto seguite il procedimento descritto qui sotto:
Quando l’impasto sarà raddoppiato di volume dividetelo a metà (una metà la terrete sotto la ciotola a campana per evitare che si secchi) e stendetelo su un piano leggermente infarinato in un rettangolo di 2/3 millimetri, spalmate sopra la metà del burro e spolverate bene con metà dello zucchero alla cannella.
Chiudete l’impasto a tre, prendendo un lato lungo e portandolo verso il centro, e richiudendo con l’altro lato. Schiacciate con il matterello e ricavate 8 strisce spesse.
Tagliate ogni striscia nel senso della lunghezza fino a 2 cm dal bordo allungatelo fino a creare un unico pezzetto, arrotolatelo su se stesso e fate un nodo. L’impasto tende a rompersi un po’ quindi siate veloci e non fate caso alle imperfezioni. Le cose fatte a mano sono più belle proprio perché uniche.
Procedete come descritto su per la seconda lievitazione e la cottura.
Mi raccomando non dimenticate l’altra metà di impasto (a me è successo😅).
Sfornateli, lasciateli stiepidire e addentatene uno ancora caldo con una tazza di tè fumante.
Au revoir, Giorgia.
Note
- Il libro dove ho preso la ricetta è Pippi Calzelunghe piccola grande cuoca di Elisabetta Tiveron.
- Se cambiate farina regolate i liquidi. Deve risultare un impasto maneggevole ma morbido.