A volte i libri ci aspettano per anni su uno scaffale della nostra libreria, e ci seguono perfino quando cambiamo casa. Loro con noi cambiano disposizione, nuovo posto assegnato, nuovi oggetti da guardare dalla loro malinconica ma comoda ubicazione, restano così letti a metà, appena iniziati, senza essere riusciti a catturarci del tutto.
Il libro che mi ha attesa più a lungo è cent’anni di solitudine. Non sono mai riuscita a superare le prime pagine. Nonostante io abbia atteso con Florentino Ariza “per cinquantun anni, nove mesi e quattro giorni, notti comprese”, Ferminia Daza nel L’amore ai tempi del colera; abbia vissuto in solitudine con il Dittatore, per il quale ho provato una forte repulsione nel L’autunno del patriarca; abbia partecipato ai festeggiamenti in onore della “Mamá Grande, sovrana assoluta del regno di Macondo che visse in funzione di dominio per 92 anni e morì in odore di santità un martedì dello scorso settembre”. Nonostante io sia andata in giro con Pablo e Pedro alla ricerca di Santiago, che pagherà con la vita il prezzo per “l’onore” tolto ad Ángela in Cronaca di una morte annunciata o addirittura io abbia solcato il palco accanto a Graciela che sfoga la sua frustrazione durata 25 anni contro il marito in Diatriba d’amore contro un uomo seduto.
Ha avuto così tanta pazienza da essere stato letto in neanche due giorni di un caldissimo agosto. Mi sono letteralmente persa dentro Macondo. Sono fuggita con José Arcadio e gli zingari, ho scoperto, e praticato l’alchimia con Melquídes, mi sono innamorata perdutamente di Remedios e ho promosso trentadue sollevazioni armate. Ho vissuto amori incestuosi, platonici, passionali, visioni premonitrici di vita e di morte e ho confezionato un’infinità di pesciolini d’oro.
Io con Gabriel ho vissuto ore intense in dimensioni a me lontane, rese vicinissime dall’empatia con i vari luoghi e personaggi. E devo ammettere che l’amore ai tempi del colera resta uno dei miei libri del ❤️in cui spesso mi immergo per rigenerarmi.
Oggi vi regalo la ricetta di un pane, con il quale praticare le vostre doti di pazienza e amore. A chi saprà aspettare regalerà immense gioie, sapori unici e una crosta canterina. La ricetta l’ho tratta dal libro “Pane senza impasto” di Jim Lahey. Nella sua prefazione racconta che il pane perfetto “canta”. Dopo anni di prove e attese sono stata ripagata anch’io. I libri hanno molta più pazienza di noi, la stessa che dobbiamo riservare alle cose che ci stanno più a cuore.
Fiocco ai grembiuli 🎀
Ingredienti
400 g di farina mix b*
380/400 g di acqua tiepida
1 g di lievito di birra secco
8 g di sale
*gli ingredienti contrassegnati per essere idonei devono riportare la scritta senza glutine o la spiga barrata.
Preparazione
Mischia in una ciotola la farina, il sale e il lievito. Aggiungi l’acqua (inizia con 380 g poi se serve aggiungi l’altra) e mescola con un cucchiaio di legno (o una forchetta) fino ad ottenere un impasto appiccicoso. Copri la ciotola con un canovaccio (o con il coperchio). Lascia lievitare (anzi fermentare!) l’impasto in un posticino riparato (sia dagli spifferi che dalla luce diretta del sole) per 18 ore.*
Trascorso questo tempo infarina abbondantemente una spianatoia (con farina di riso e di mais fioretto) e rovescia l’impasto delicatamente.
Dai le pieghe(foto sotto) e modella a forma di pagnotta.
Metti a riposare in un canovaccio di cotone spolverato con abbondante farina (di riso e mais fioretto) facendo in modo che le pieghe rimangano sotto.
Lascia lievitare per un paio d’ore.
Dopo un’ora accendi il forno al massimo per averlo bello rovente quando cuocerai il pane.
Quando è terminata la seconda lievitazione prendi l’impasto e rovescialo dentro la pentola (metti nella mano sinistra il canovaccio con l’impasto e tenendo con la destra lo strofinaccio rovescia dentro. È un gioco di polso😉, a questo punto se tutto sarà andato per il verso giusto le pieghe saranno rivolte in alto) e metti il coperchio.
Inforna a 245 gradi nella parte bassa del forno.
Cuoci per 1 ora, 1 ora e un quarto.
Passati 45 minuti togli il coperchio e fai cuocere per altri 15/30 minuti. Il pane deve avere una crosta bella colorita. ***
Quando lo sforni deve emettere dei piccoli scoppiettii. Se “canta” è cotto alla perfezione.
Togli con l’aiuto delle presine il pane dalla pentola e fai raffreddare su una griglia per almeno un’ora.
Tagliane una fetta e gustalo con calma. L’hai fatto tu, e hai fatto un buon lavoro.**
Au revoir, Giorgia
Note
- In base alla mia esperienza ci vogliono un po’ di prove prima di riuscire ad avere una pagnotta quasi perfetta. Tu non demordere, ti darà tante soddisfazioni.
- La cottura in pentola è ideale per avere una crosta spessa. Devi usare una pentola di ghisa o di terracotta o in pirex( in base alla pentola possono variare i tempi di cottura). Io uso quella in ghisa. È strepitosa, oltre che bellissima😍
- *in inverno se fa tanto freddo l’impasto potrebbe aver bisogno anche di 24 ore per raddoppiare.
- ** cito testualmente le parole di Jim.
- *** i tempi di cottura sono indicativi, devi regolarti con il tuo forno. È cotto quando la crosta è spessa e colorita. E soprattutto quando fuori dal forno “canta”.
La voglio provare.
Mi sto avvicinando al mondo del senza glutine per una sospetta sensibilità pur non essendo celiaca.
Ho letto già diverse tue ricette, sei sempre molto precisa.
Amo il pane fatto in casa e i lievitati in generale e le tue ricette mi fanno pensare che non dovrò rinunciare a nulla =)
Ciao Veronica! Sì la base di una dieta senza glutine non deve essere la privazione, ma la scoperta di cereali nuovi altrimenti sconosciuti! Mi fa piacere leggere le tue parole! Grazie di ❤️ e buon inizio! Un abbraccio
A me è venuto buonissimo al primo tentativo! Utilizzo una piccola pentola in inox con relativo coperchio. Adesso mai più senza. grazie!
Ne sono così felice Cristina😍 grazie a te per avermelo detto. Ti abbraccio forte forte 🥰